peter senoner artist
Collage di Ruth Gamper
fotografia di Elisabeth Hölzl

Peter Senoner - Enzymatic

L’intervento permanente nel nuovo Museo della Farmacia ha instaurato un trait-d’union tra il mondo della routine giornaliera e quello emotivo e introspettivo dell’arte. Del resto nei suoi vari aspetti storici la farmacologia, attuata nel rispetto della speranza di guarigione e del desiderio di manipolazione del corpo, è una scienza che trova il proprio nutrimento nella magia, nelle scienze naturali, nella fantascienza, e in campo sociale nella superstizione e nella religione.

Peter Senoner, nato nel ’69 in Alto Adige e diplomato all’Accademia di Monaco, è un artista attivo sulla scena grazie alle mostre a Bolzano, Monaco, Amburgo e New York. In questa cornice particolare il suo lavoro risulta estremamente poetico: si tratta di Enzymatic, una serigrafia su specchio di 520x230cm con un’animazione Dvd audio-video di un minuto e 30 secondi. E’ un nudo, schizzato a una sola linea, che conserva un forte carattere femminile; lo sguardo della protagonista è fermo e diretto, ma nell’ingrandimento (metà del viso è sdoppiata), l’occhio si fa quasi supplicante. Ben delineati sono quindi i piedi e le ginocchia, con una maglia che viene di nuovo ripresa nel video. In quest’ultimo, su di una musica essenziale minimalista, il reticolo viene ulteriormente sviluppato fino a inglobare l’intera figura umana, per aprirsi successivamente e lasciare spazio ad un essere alato. Una trasformazione, una metamorfosi, il principio su cui si basano le alchimie, il processo stesso dell’enzima del titolo, proteina che riduce i tempi delle reazioni chimiche organiche.

Il progetto artistico „Foglie di ginkgo“

Lies Bielowski

La raccolta di foglie, erbe, muschi, felci… mi accompagna da diversi anni nel mio lavoro di artista. L’interesse per cio’ che raccolgo cambia di volta in volta a seconda del luogo e del rapporto che gli uomini che li’ vivono, lavorano, viaggiano… hanno con le piante raccolte.

Durante la mia prima visita in questo luogo, in questo museo, rimasi toccata dall’accurata scelta dei pezzi espositivi, dal rispettoso rapporto con cio’ che andava “custodito” e dalla situazione di curiosita’ ed attesa che si sprigiona dall’incontro tra una concezione del museo ed una sua architettura in linea con lo spirito del tempo e le “cose” che da tante generazioni sono state raccolte ed archiviate. A questo proposito impressiona la vitalita’ del Museo, influenzato dalla sua collocazione in questo edificio, dove la famiglia Peer vive e gestisce la propria farmacia. Un’antica casa restaurata con sensibilita’, che si affaccia su di una movimentata strada da un lato e su di un antico giardino ricco fiori, arbusti ed alberi dall’altro. Nella parte posteriore sinistra del giardino un grande albero di ginkgo!

Da secoli in Asia viene considerato sacro e come tale venerato. Grazie alla sua foglia bilobata, unica nel mondo vegetale, ed alla sua dioicita’ venne presto associata al simbolo dello Yin-Yang, l’essenza dell’armonia. La forma slanciata dell’albero rappresenta lo Yang e viene paragonato all’operosita’ ed alla forza vitale, mentre allo stesso tempo le foglie, per la loro forma a ventaglio, lo Yin, cioe’ dolcezza e tenerezza. Inoltre il ginkgo riunisce in se’ longevita’, resistenza e capacita’ di adattamento. E’ stato dimostrato che non viene attaccato praticamente da nessun parassita e per questo puo’ raggiungere un’ incredibile eta’. In Asia ci sono alberi che hanno raggiunto mille e piu’ anni d’eta’.

Nella moderna fitoterapia vengono spesso prescritti i semi e l’estratto delle foglie per migliorare la memoria.
Longevo, resistente ma allo stesso tempo anche adattabile, simboleggia gli opposti che si affiancano e si completano in armonia ed aiuta a non dimenticare…un albero come questo museo!

La mia prima visita a Bressanone ha luogo poco prima di Natale e, nel freddo pungente, scaviamo nella neve per raccogliere le foglie gelate di ginkgo. In un piccolo cartone per il trasporto dei medicinali ne porto diverse manciate nel mio atelier ad Innsbruck. Le foglie vengono ora selezionate, bollite, lavate, sbiancate… fino a quando raggiungono la qualità della piu’ sottile e raffinata carta velina. Le foglie autunnali che prima si presentavano rigide e fragili mostrano improvvisamente nuova elasticità ed un’indescrivibile leggerezza nella quale tutte le nervature ma anche piccoli strappi e pieghe diventano visibili.

Con i metodi altamente tecnologici e precisi delle nuove strumentazioni, questi piccoli mondi a se’ vengono trasformati in immagini grandi e riproducibili che vengono poi riportate su vetro con l’antica tecnica della sabbiatura.

Lies Bielowski, Innsbruck, agosto 2006